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Music theory book

La ricerca della tonalita' e le modulazioni

11.1 La tonalità

Conoscere la tonalità in un brano musicale non è difficile; basta, infatti, osservare le alterazioni poste in chiave e ricavare i nomi delle due possibili tonalità: quella maggiore e la relativa minore.
Tuttavia esistono dei casi in cui capire se un brano musicale è impostato nella tonalità maggiore oppure nella sua relativa minore, può creare, se non si osservano attentamente determinati parametri, qualche difficoltà. Per questo motivo, dopo aver determinato i nomi delle due probabili tonalità (maggiore e minore) si procede ad analizzare le prime battute del brano musicale facendo le seguenti considerazioni:

1) Note dell'accordo di tonica.
Si procede verificando la presenza delle note appartenenti all'accordo di tonica di entrambe le tonalità, sia nella melodia che nell'accompagnamento.
E' indicativa anche la sola nota di tonica, se è presente con insistenza. (Nell'esempio tratto da Schumann, in re maggiore compare ripetutamente l'accordo di tonica).
Capitolo 12 esempio 1
Esempio Braille
Esempio 1 nella tonalità di re maggiore( Schumann "Papillons op.2 finale")

2) Presenza della sensibile.
Come abbiamo già accennato, parlando delle scale, la sensibile ha una naturale tendenza risolutiva verso la tonica e, nel modo minore, tale tendenza si crea artificialmente alterando il settimo grado di un semitono in senso ascendente. Se nel brano in analisi è presente il settimo grado della tonalità minore alterato, sicuramente siamo in quella tonalità (esempio 2).
Capitolo 12 esempio 2
Esempio Braille
Esempio 2 nella tonalità di sol maggiore (Schumann "Faschingsschwank aus Wien op. 26-romanza")

Tuttavia la sensibile della tonalità minore, può presentarsi non alterata, quando é in posizione discendente. Allora si procederà nella nostra analisi per individuare altri settimi gradi sempre della tonalità minore e, se essi non sono alterati, la tonalità e maggiore. Per ulteriore conferma bisogna individuare la sensibile della tonalità maggiore e controllare se essa realmente si comporta da sensibile risolvendo in un'armonia di tonica (esempio 3).
Capitolo 12 esempio 3
Esempio Braille
Esempio 3 nella tonalità di la minore (Bach Suite Inglese n.2')

3) Successione dominante tonica.
Le successioni dominante tonica (o viceversa) sono andamenti indicativi per la comprensione della tonalità:
Capitolo 12 esempio 4
Esempio Braille
Esempio 4 in la minore (Bach "Suite inglese n.2")

4) Quarto grado alterato.
Il quarta grado alterato di un semitono in senso ascendente è un segno chiaro della tonalità. Infatti a volte si altera il quarto grado come finta sensibile che risolve sulla nota dominante, ma che poi, per non dar luogo ad una vera modulazione, ritorna naturale. Nell'esempio 5, in si bemolle maggiore è presente il mi bequadro (quarto grado alterato) che risolve sulla dominante di si bemolle maggiore.
Capitolo 12 esempio 5
Esempio Braille
Esempio 5 nella tonalità di Si bemolle maggiore

5) Uso di scale particolari.
E' indicativa, per la comprensione della tonalità, la presenza di alterazioni che indicano l'utilizzo di scale particolari come quella napoletana, bachiana, maggiore armonica, ecc. Nell'esempio 6, tratto da Schumann, il sol bemolle ( sesta grado abbassato) indica la scala maggiore armonica di si bemolle maggiore.
Capitolo 12 esempio 6
Esempio Braille
Esempio 6 in si bemolle maggiore (Schumann op. 26-Finale)



11.2 Le modulazioni

Con il termine modulazione si indica il passaggio, durante il corso di un brano musicale, da una tonalità, sia essa maggiore o minore, ad un'altra. Modulare significa, perciò, utilizzare una nuova scala, con gradi diversi rispetto alla prima, in cui la melodia e l'armonia gravitano intorno ad una nuova tonica.
I primi gradi ad essere alterati in una modulazione sono il settimo ed il quarto (che per questa loro funzione chiameremo caratteristici). Infatti, se modulano da la maggiore a mi maggiore, alteriamo il re (quarto grado) di un semitono ascendente; mentre se moduliamo, sempre la maggiore a re maggiore, si altera il sol diesis (settimo grado) che diventa naturale.
Il numero di alterazioni differenziali, che portano due diverse tonalità, determinano tre tipi di modulazioni:

  1. modulazione ai toni vicini,
  2. modulazione ai toni di secondo grado di vicinanza,
  3. modulazione ai toni lontani.

1) Modulazione ai toni vicini.
Si dicono toni vicini, rispetto ad una tonalità di riferimento, quella relativa e quelle che si differenziano per una sola alterazione. Ogni tonalità porta cinque toni vicini. Come esempio analizziamo la tonalità di re maggiore che porta in chiave due diesis ed ha come toni vicini:

la relativa minore si minore
con un diesis in più la maggiore
la relativa minore di la maggiore fa diesis minore
con un diesis in meno sol maggiore
la relativa minore di sol maggiore mi minore

2) Modulazione ai toni di secondo grado di vicinanza
I toni al secondo grado di vicinanza sono tutti quelli che hanno almeno un accordo, posizionato su qualsiasi grado della scala, in comune.
Ad esempio la tonalità di do maggiore ha due accordi in comune con quella di re maggiore: essi sono l'accordo di mi minore e di sol maggiore
Capitolo 12 esempio 6a

3) Modulazione ai toni lontani.
I toni lontani sono tutti quelli che non hanno nessun accordo in comune. Ad esempio si bemolle maggiore è una tonalità lontana rispetto a re maggiore
Il passaggio ad una nuova tonalità può essere, nella maggioranza dei casi, localizzato in un punto o in una successione armonica ben definita. Dopo questa fase di transizione, la nuova tonalità è sempre confermata con una successione armonica che rappresenta in sintesi la nuova tonalità.



11.3 Le tecniche di modulazione

1) Modulazione attraverso un'armonia comune.
E questa una tecnica modulativa che non introduce la nuova tonalità in modo brusco, ma attraverso un'armonia che, comune alle due tonalità, ha funzioni tonali differenti.
Ad esempio, modulando dalla tonalità do maggiore a quella di re maggiore si può utilizzare l'accordo comune di sol maggiore che corrisponde al quinta grado della prima tonalità ed al quarto della seconda.
Capitolo 12 esempio 7
Esempio Braille

2)Modulazione per mezzo dei suoni caratteristici.
I suoni caratteristici, come abbiamo già accennato, sono tutti quelli che differenziano due tonalità. Essenzialmente essi sono la sensibile e la controsensibile (quarto grado). Questa tecnica modulativa è molto più rapida ed evidente, in quanto con essa si entra in modo diretto nella nuova tonalità. I suoni caratteristici (o differenziali) possono presentarsi anche cromaticamente, o enarmonicamente.
Nell'esempio seguente sesta é una modulazione da do maggiore a sol maggiore costruita alterando cromaticamente in senso ascendente il fa che diventa sensibile ( battuta); successivamente, alterando cromaticamente in senso ascendente il sol, che diventa sensibile, si modula a la minore (terza battuta)
Capitolo 12 esempio 8
Esempio Braille

Le tecniche modulative certamente non si fermano qui; infatti, analizzando la letteratura dei grandi musicisti, è facile notare come ogni compositore utilizzi tecniche e sistemi sempre diversi e originali.

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